lunedì 10 dicembre 2012

Minestra con lampredotto e cavolo nero


Ho una coppia di amici che amano come me e mio marito la trippa e il lampredotto in particolare; circa due mesi fa, una sera a cena, il mio amico mi dice di aver sentito parlare di una minestra con il lampredotto e il cavolo nero, di non ricordarsi le dosi e gli ingredienti precisi e di voler provare a farla. Il giorno dopo corro a leggere i miei fidati libri di cucina toscana, ma niente, non trovo niente al riguardo... ma non mi sono data per vinta, l'idea di questa minestra mi è rimasta in mente e appena ho trovato del bel cavolo nero al mercato vicino casa di campagna amica, anzi no, al banco perchè solo quello c'è, ho iniziato a sperimentare: questa che vi propongo è la terza versione quella che ci è piaciuta di più!

minestra con lampredotto e cavolo nero 006

Per due porzioni molto abbondanti:

150 gr di lampredotto bollito
100 gr di cavolo nero già privato della parte più dura
130 gr di pasta da minestra
3 cucchiai di olio evo
1 litro di brodo (quello del lampredotto)
1 spicchio di aglio
sale

pepe



Fate soffriggere l'aglio nell'olio evo, poi unite il cavolo nero, precedentemente lavato e tagliato a striscioline sottili e fate appassire a fuoco basso per circa 15 minuti ( a me piace croccante).
Unite il lampredotto tagliato a pezzettini (piccoli piccoli) e fate insaporire per qualche minuto.
Unite il brodo portate a bollore, aggiustate di sale (se necessario)  e unite la pasta, portate a cottura e impiattate.
Condite con po' di olio evo e macinate un po' di pepe.

Altre ricette con trippa e lampredotto:

lunedì 19 novembre 2012

Pappardelle sulla lepre

Questa lepre, come grossa parte della cacciagione che abbiamo mangiato negli ultimi due anni, è un regalo dei vicini di mia mamma... ovviamente lui è un cacciatore... (a proposito di cacciagione, mi sono accorta che l'anno scorso non ho pubblicato le ricette del cinghiale e del fagiano... provvederò al più presto!).
La ricetta me l'ha suggerita la moglie del cacciatore, anzi, me ne ha suggerite due: una col pomodoro e questa senza pomodoro, che poi ho visto essere praticamente identica a quella di "Cucina Toscana, Ricette, consigli tradizioni, curiosità Vol. 1" di Paolo Petroni. Ho scelto la versione senza pomodoro perchè Petroni nel suo libro dice che è la vera ricetta toscana delle pappardelle sulla lepre.

pappardelle sulla lepre

850 gr di lepre

Per marinare:
1 bottiglia di vino rosso
1 carota
un pezzo di sedano
1 cipolla
1 spicchio di aglio
2 foglie di alloro

Per cuocere
1 bicchiere di vino rosso
2 bicchieri e mezzo di brodo
olio evo
1 cipolla
1 carota
1 pezzetto di sedano
2 foglie di alloro
sale
pepe

Per le pappardelle:
4 uova
250 gr di farina 0
150 gr di semola di grano duro

Pappardelle:
Mescolate le due farine e impastatele con le uova. Fate riposare l'impasto per mezzora in frigorifero.
Tirate una sfoglia sottile (io ho usato la macchinetta). Infarinate la sfoglia e arrotolatela su se stessa. Tagliate il rotolo in pezzi da 2 a 2,5 cm e srotolateli subito, poi disponete la pasta su un piano infarinato.

Prerparazione della lepre:
Tagliate la lepre a pezzetti, mettetela in un recipiente a marinare tutta la notte con il vino e gli odori fatti a pezzetti.
Il giorno seguente scolate la lepre dalla marinata e passatela in una padella antiaderente bella calda per farla asciugare (tenetela nella padella finchè non riliscia più acqua, serve a farle perdere "il selvatico")
In un tegame fate soffriggere, in un po' di olio evo, gli odori tritati finemente, poi unite la lepre e fatela rosolare.
Aggiungete il vino rosso e fatelo evaporare, unite il brodo, il sale e il pepe e fate cuocere a foco basso per circa 30 minuti. 
Spolpate la lepre, lasciando qualche pezzettino più grosso, e  fate cuocere di nuovo per altri 30 minuti, sempre a fuoco basso (se si dovesse seccare troppo aggiungete di nuovo un po' di brodo).

Cuocete le pappardelle e conditele col sugo!

pappardelle sulla lepre 010

Altre ricette con la cacciagione:

lunedì 12 novembre 2012

Crostata con mele cotogne... meringata

 crostata di mele cotogne 006

Con le ultime mele cotogne è uscita questa torta, fatta ben due volte... (ho poca fantasia mi sono praticamente autocopiata da qui!)

Io ho usato una volta uno stampo di 22 cm di diametro e l'altra volta uno rettangolare di 11 per 35 cm.

crostata di mele cotogne 020-001

Dosi per la frolla:
 200 gr di farina
80 gr di zucchero
100 gr di burro
1 pizzico di sale
2 tuorli

Dosi per la farcia:
350 gr di mele cotogne già sbucciate e private del torsolo
200 ml di vino bianco
1 baccello di vaniglia
180 di zucchero
100 ml di acqua

Dosi per la meringa:
2 albumi
zucchero il doppio del peso degli albumi

Preparate la frolla e foderate lo stampo precedentemente imburrato o ricoperto di carta forno.Mettete lo stampo in frigorifero per un'ora. Poi ricoprite la frolla con i fagioli (secchi o di ceramica) e fatela cuocere in forno caldo a 170°(per la temperatura regolatevi in base a come cuoce il vostro forno) per una ventina di minuti. Gli ultimi 10 minuti fatela cuocere senza i fagioli.

Tagliate le mele cotogne a dadini e mettetele in un tegame col vino, lo zucchero, l'acqua e il baccello di vaniglia.
Fatele cuocere finchè saranno morbide.
Scolatele e fatele freddare.
Schiacciate le mele cotogne con un forchetta e disponetele sul guscio di frolla.

Preparate la meringa montando gli albumi con un pizzico di sale, quando gli albumi iniziano a motare aggiungere gradualmente lo zucchero, montate finchè il composto sarà bello compatto.
Versare le mele sulla frolla,  e decorate la crostata con la meringa come più vi piace.
Infornate a 100° per circa un'ora. La meringa sarà bella croccante fuori e più morbida dove tocca le mele.

Altre ricette con le mele cotogne:

venerdì 26 ottobre 2012

Cotognata

Sei kg di mele cotogne, la mia vicina mi ha dato sei kg di mele cotogne... e mi ha anche detto che presto me ne porterà altre!

La ricetta di questa cotognata l'ho presa da un libro del 1974 trovato a casa di mamma
"Freschezza sotto vetro" di Gianna Montecucco Roglei

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Prendete un kg di mele cotogne, lavatele, tagliatele in quattro parti e togliete i torsoli.
Mettetele in una caseruola e copritele di acqua.
Fatele cuocere finchè saranno morbidissime.
Una volte cotte mettetele a scolare in una tela di lino o come ho fatto io in colino a maglie fitte.
Passatele al passaverdura, pesatele e unite la stessa quantità di zucchero. Fate cuocere mescolando in continuazione finchè il composto non si stacca dalla casseruola.
Versare il composto sul marmo oleato, o come ho fatto io su carta forno, spolverizzatelo con lo zucchero e lasciatelo asciugare per 4/5 giorni. Una volta asciugata tagliatela in pezzettini.
Sul libro c'è scritto che si conserva avvolta in carta oleata, non so per quanto tempo... qua è stata finita in fretta: mentre era ad asciugare spariva pezzettino dopo pezzettino ed un bel po' è stata regalata.


Altre ricette con le mele cotogne:

venerdì 19 ottobre 2012

Olive in salamoia

Direttamente dal giardino di casa mia...

Questa è la ricetta che ho sempre fatto, (lo confesso la foto è dello scorso anno, ancora non abbiamo brucato le olive...), prossimamente ci sarà una gita con la classe di Camilla ad una fattoria, dove i bambini brucheranno le olive e le prepareranno in salamoia, se dovessero venire meglio di queste ve lo farò sapere!

olive in salamoia

Olive nere o verdi piccole, ho provato a usarle entrambe (io circa 1kg)
Foglie di alloro 
Semi di finocchio
Sale

Mettete le olive a bagno nell'acqua. 
Lasciatele a mollo per una quindicina di giorni cambiando l'acqua tutti i giorni.
Preparate la salamoia: ad ogni litro di acqua che userete aggiungete 75 gr di sale.
Fate bollire le olive nella salamoia per una decina di minuti, se vi piace unite anche un pizzico di semi di finocchio e due foglie di alloro.
Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare, poi mettete le olive in dei barattoli, a chiusura ermetica sterilizzati, coperte dalla salamoia.
Prima di mangiarle aspettate un mesetto.

lunedì 24 settembre 2012

Insalata con cavolo cappuccio e uva nera

In questo periodo in casa ho uva nera in quantità, di schiacciate ne ho fatte abbastanza, avete suggerimenti su come smaltirla?
Per ora un'idea ve la lascio io :-)

insalata cavolo e uva 009

Prendete del cavolo capuccio bianco e rosso, lavatelo e tagliatelo sottilmente, aggiungete dei chicchi di uva rossa da vino (stesso peso del cavolo) e condite con olio evo, sale e pepe. Se vi piace aggiungete dei pezzettini di gorgonzola.

Se non volete usare il gorgonzola vi suggerisco di condirla con una salsina allo yogurt:
ogni due cucchiai di yogurt al naturale usate un cucchiaino di maionese e un quarto di cucchiano di senape, pepe (e sale se vi va).

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lunedì 17 settembre 2012

Insalata di fine estate: pomodori, cipolle e portulaca oleracea

E' una vita che conosco la portulaca oleracea, l'ho sempre vista nell'orto di casa dei miei e l'ho sempre considerata una pianta infestante. Qualche anno fa in Calabria un nostro amico la vide e ci disse che i suoi genitori la usavano per le insalate, ma non essendo sicura che fosse la stessa pianta dell'orto ho continuato a ignorarla, fino allo scorso anno quando ho visto questo post. L'ho fatto leggere a mamma, mi sono informata e ho scoperto che la pianta infestante è proprio la portulaca oleracea. Abbiamo provato a mangiarla e ci è piaciuta talmente tanto (è fresca, leggermente acidula) che, questo anno, mamma le ha riservato una parte dell'orto. 
Se volete conoscere qualcosa in più sulla portulaca oleracea leggete qua e qua.
Una volta trovata una piantina si può coltivare anche in vaso, ma, come suggerisce Gaia in un commento su flickr, evitate di coltivarla in città perchè assorbe i metalli pesanti. Se avete modo cercatela in campagna oppure, come ho letto in rete, in certe zone è venduta anche dagli ortolani.

insalata di pomodori e portulaca oleracea

Gli ingredienti  dell'insalata sono i seguenti e le dosi sono secondo i propri gusti!

pomodori  
cipolle di Tropea
portulaca oleracea
olio evo
sale  pepe

insalata di pomodori e portulaca 
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mercoledì 12 settembre 2012

Schiacciata con l'uva (2)

La prima versione di questo dolce la trovate qua

Ho voluto fare qualcosa che assomigliasse di più a quella che compriamo dal fornaio e che mio marito adora.
Per l'esperimento (il marito ha detto che ci siamo quasi...) ho usato una dose ridotta di ingredienti: solo 200 gr di pasta

Le differenze con la prima versione:
  • non c'è zucchero nell'impasto
  • c'è più zucchero sull'uva
  • c'è più uva
Ho usato una teglia in alluminio usa e getta da 4 porzioni, non so dirvi con precisione la dimensione.

schiacciata con l'uva 026-001

200 gr di pasta di pane già lievitata e non salata
zucchero qb
350 gr di chicchi di uva (quella nera da vino)
semi di anice qb
olio evo

Dividete la pasta in due parti.
Stendete la prima parte e sistematela nella teglia infarinata e unta o rivestita di carta forno.
Distribuite sulla pasta 2/3 dell'uva (ho bucato qualche chicco di uva per favorire la fuoriscita del succo) e cospargetela con tre cucchiai di zucchero.
Aggiungete se piace qualche semino di anice.
Stendete la seconda parte della pasta e coprite l'uva.
Distribuite sopra la pasta l'uva rimasta, cospargetela con 1 cucchiaio e mezzo di zucchero, con i semi di anice e ungetela con un filo di olio evo.

Infornate a 180° per circa 25 minuti.

schiacciata con l'uva 020-002

venerdì 7 settembre 2012

Tortini al cacao e pere

tortini con le pere e cacao 
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Come ogni anno la mia vicina mi regala frutta a volontà!
Ha iniziato con queste pere di dimensioni ridotte, ma saporitissime e perfette da lasciare intere in questi mini cake.

tortini con cacao e pere

180 gr di farina
100 gr di burro
120 gr di zucchero a velo
2 uova
30 gr di cacao amaro
mezza bustina di lievito per dolci
2 cucchiaini di scorza d'arancia sotto grappa
80 ml di latte
un pizzico di sale
mini pere (circa 120 gr l'una) una per stampino

Lavorate il burro morbido con lo zucchero.
Aggiungete le uova e la scorza di arancia.
Unite la farina, il lievito e il cacao setacciati e poi il sale.
Infine aggiungete il latte.
Riempite solo fino a metà i pirottini da muffin (o degli stampini come quello della foto)
Posizionate al centro di ogni stampino una pera precedentemente sbucciata.
Infornare a 180° per circa 25 minuti.

tortini con cacao e pere1

mercoledì 5 settembre 2012

Cartoline dal Gargano

Eccomi rientrata da una vacanza super rilassante nel Gargano.
Vi lascio alcune foto e ci risentiamo presto con una ricetta dolce...

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Un trabucco

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Lungo strada si fanno simpatici incontri

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Siamo stati tanto fortunati da vedere i delfini
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Le falesie di Vignanotica:

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Baia delle Zagare:

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Monte Sant'Angelo

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Vieste

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Le saline di Margherita di Savoia

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La Foresta Umbra:

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venerdì 3 agosto 2012

"Gnudi" con i tenerumi (o talli) di zucca

Questo blog va in vacanza... anche se, dal numero di cose pubblicate da novembre ad ora (8 ricette e un resoconto fotografico della vacanza in Cina),  si può dire che il blog è in vacanza da un bel po'... comunque staccherò la spina almeno fino a settembre.
Buone vacanze a tutti voi!

tenerumi e zucca lunga 016

Vi lascio con la ricetta degli gnudi (sono semplicemnte il ripieno dei ravioli) fatti con i tenerumi della zucca, ebbene sì mi sono innamorata di questa verdura, ma purtroppo non si trova facilmente qua da me. Se non li trovate sostituiteli con gli spinaci, come suggerisce la ricetta originale.

gnudi di tenerumi

Per 3 persone

300 gr di tenerumi (foglie e germogli già staccate dai gambi)
250 gr di ricotta
1 uovo
1 tuorlo
3 cucchiai di parmigiano
noce moscata
3 cucchiai di farina per l'impasto
sale
pepe

farina per "rivestire" gli gnudi

Lessate i tenerumi, scolateli e fateli raffreddare. Strizzateli bene e  tritateli finemente.
Aggiungete le uova, il parmigiano, la ricotta, la farina, un pizzico di noce moscata e aggiustate di sale e pepe.
Mescolate bene l'impasto.
Fate delle palline della dimensione di una noce e passatele nella farina.
Fate cuocere gli gnudi in acqua bollente e scolateli via, via che vengono a galla. (vi consiglio di non immergerli tutti insieme)

Conditeli a piacere con del burro e della salvia o, come piacciono a me, con del pomodoro.

gnudi con i tenerumi 002







































Altre ricette con i tenerumi:

lunedì 23 luglio 2012

Pesche tabacchiere meringate

Al primo posto. Al primo posto ci sono senza dubbio le pesche tabacchiere, mai assaggiate fino a pochi giorni fa. Sono profumatissime e dolcissime, se non le conoscete vi consiglio di cercarle e di provarle :-)

pesche tabacchiere 007-001

Queste coppette nascono dall'esigenza di smaltire una quantità esagerata di frutta che mi è stata regalata (non ne posso più di fare marmellata!) e un'albume.

pesche meringate 010

Per due coppette ho usato:

4 pesche tabacchiere (se non avete le tabacchiere usate delle pesche dolcissime aggiungendo a piacere un po' di zucchero, con delle nettarine ho fatto così)
 
1 albume
zucchero: il doppio del peso dell'albume

  • Lavate le pesche (io ho anche tolto la buccia) fatele a pezzettini e dividetele nelle ciotoline
  • Montate bene gli albumi, poi unite gradualmente lo zucchero, lavorate a lungo fino ad ottenere una consistenza lucida e compatta.
  • Dividete il composto nelle due ciotoline e infornate a 130° per circa 30/35.

pesche meringate 005

giovedì 5 luglio 2012

"Ti faccio una propostaccia... andiamo in Cina"

Ti faccio una propostaccia…”

Febbraio 2012, 10 anni di matrimonio. Mio marito ha esordito con la storia della "propostaccia" mentre guardavo, poco convinta, dei preventivi fatti fare da un'agenzia di viaggi per festeggiare i 10 anni di matrimonio.

"...se ti va aspettiamo giugno e se te la senti di stare 3 o 4 giorni da sola con i bambini a Shanghai, cerco di concentrare gli appuntamenti di lavoro, poi possiamo visitare altre città della Cina..."

Vi lascio con un piccolo, anzi minuscolo racconto fotografico, niente resoconti dettagliati del viaggio con i bambini a casa è impossibile riuscire a scrivere più di quello che ho scritto fino ad ora... una settimana che sono tornata e solo ora sono riuscita a sistemare qualche foto delle oltre 1500 scattate...

Prima tappa SHANGHAI:

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Se andate in Cina con dei bambini preparatevi: inizialmente vi sentirete dei "fenomeni da baraccone" tutti vi guarderanno con insistenza, la maggior parte chiederà di fare  loro e a volte anche a voi delle foto, altri si avvicineranno e le faranno "di nascosto" Alla fine Lorenzo si riufiutava di essere fotografato non solo dai cinesi, ma anche da me...
Le guide che ci hanno accompagnato nelle varie città ci hanno detto che di bambini occidentali dell'età dei miei (4 e 6 anni, che fra l'altro sono biondi e con gli occhi chiari) non se ne vedono tanti e sono soprattutto i turisti cinesi delle zone meno turistiche ad esserne "attratti" dato che non ne vedono mai.

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Il giardino del mandarino:

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Il tempio del Buddha di Giada:

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Seconda tappa: SUZHOU

Il giardino dell'amministratore umile

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Mercato:

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Lungo i canali:

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La collina della tigre:

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Terza tappa XI'AN:

Pagoda della Grande Oca Selvaggia:

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Le mura:

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L'esercito di terracotta:
(è immenso le fotografie non riescono a descrivere la realtà)

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La moschea:

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Quarta tappa PECHINO:

Piazza Tien An Men:

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Il tempio del cielo:

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Sepolcro dei Ming:

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La via sacra:

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La grande muraglia:
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La città proibita:

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Il palazzo d'estate:

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La famosa anatra laccata:  una bontà unica!

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Cena vegetariana:

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Quale preferite? Io il litchi black tea

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La via del "cibo strano" a Pechino.... mooolto turistico

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